La specialità canina
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venerdì 14 maggio 2021 di
Schiava Paola

La specialità canina | Prima Parte

Racconto Erotico Bdsm

Sistemo il cuscino e le ciotole vicino al divano, porto il collare in camera da letto e sistemo in bella vista la codina, le orecchie e il collare, poi recupero dal fondo dell’armadio la vecchia sabbietta del mio gatto. Non sarà la più adatta ma servirà al suo scopo. La nascondo sotto al letto, qualche sorpresa devo pur tenerla in serbo per dopo. Prendo e sistemo sul letto anche il completino intimo che le avevo preso diverso tempo prima, molto semplice, uno slip in pizzo nero con un’apertura sul retro per far passare la coda e un reggiseno abbinato con un delicato gioco di nastri sulla scollatura, e le mie adorate autoreggenti scure. Appena è tutto sistemato sul letto, torno in salotto e aspetto il suo arrivo. Nel frattempo riempio una ciotola con dell’acqua e creo un angolo solo per lei dove riposarsi con ciotole e cuscino, poi torno sul mio adorato divano ad aspettarla.

Pochi minuti dopo sento il citofono suonare, così le apro e la attendo sull’uscio. Chissà come fa a essere sempre così strepitosa.

Appena arriva le ordino di andare a cambiarsi in camera mia e dopo qualche minuto torna con il suo completo indossato, le autoreggenti al loro posto, le orecchiette al loro posto, il collare indossato e la coda in mano.

“Ti sembra questo il modo in cui si muove un animale? Torna indietro e riprova.” La serata comincia bene direi, è terribilmente sexy.

Impacciata torna in camera e ritorna a quattro zampe con la codina scura tra le labbra.

“Che è successo qui? Manca un pezzo. Dai, girati che proviamo a sistemare questo pasticcio...”

“È che è troppo grande e non entrava pro...” Uno schiaffo blocca le sue parole.

“Bha, che strano esemplare di cane che ho qui davanti, non ne avevo mai visto uno parlante.”

Si ammutolisce e mi fissa, poi china la testa e si gira pian piano.

“Fuori la lingua, i cani la tengono a penzoloni quando sono felici e tu sei un cane felice, ci siamo intesi?”

“Bau bau.”

“Ecco, così va meglio, bravo cagnolino. Ora mettiamo a posto questa bella e morbida codina.”

Faccio cadere una goccia di lubrificante sul buchino e poi inserisco piano il plug.

“Oh, ora si che sei proprio una bella e brava cagnolina, sei felice?”

“Bau, bau, bau.”

Ah, che bella sensazione. Lei è stupenda, con il culo che mostra ancora i segni della sculacciata dell’altro giorno e quel completo in contrasto con la sua pelle candida, poi la codina che si muove a ogni contrazione che fa e le dolci e tenere orecchiette, adorabile e bellissima. Vederla in questa condizione, abbassata a questo livello solo per compiacermi, per rendermi felice, non mi sembra vero. Vederla così è terribilmente eccitante ma ho imparato a controllarmi.

“Ora che sei una vera cagnolina, torna e fai il tuo ingresso per bene che ti voglio ammirare per bene. Ah, mi raccomando, voglio vedere quella bella codina muoversi come se fosse vera.”

Torna a gattoni in camera da letto e il suo culo che si muove impacciato è tutto da ammirare. Arriva in fondo al corridoio e si gira lentamente, non saprei se per risultare ancora più eccitante, per vero e profondo imbarazzo o per la difficoltà fisica data dal plug.

La sua testa china, la lingua a penzoloni e le guance rosse con la smorfia di fastidio mi dicono che è una combinazione delle ultime due. Non che mi dispiaccia e nemmeno a lei se la conosco bene. Sarà completamente bagnata e non se ne sarà nemmeno accorta.

Appena arriva ai miei piedi, le aggancio il collare e rabbrividisce al suono, come se fosse emozionata dal significato di quello che stiamo facendo. Come se gettasse tutto indietro per pensare solo ed esclusivamente a essere la cagnolina che mi aspetto sia, brava ed ubbidiente a ogni mio ordine.  Pronta a tutto per me e i miei desideri. Come se non fosse solo finzione ma fosse veramente una cagnolina. Forse vedo troppo in un semplice brivido di piacere, forse sono pazzo ma vedo davvero quello che penso.

“Andiamo, ogni cagnolina ha bisogno di fare un passeggiata al fianco del suo padrone, no?”

“Bau, bau.”

Sorrido alla sua perfetta risposta e comincio a muovermi, lentamente, per il salotto portandomela dietro. Sento le sue ginocchia colpire ripetutamente il pavimento ma non me ne preoccupo troppo, non la sforzerò più di tanto in questo, giusto un pochino per farle sentire il fastidio. Cominciamo ad allontanarci dal salotto e andiamo verso la cucina. Facciamo tutto il giro, da una parte all’altra. Quando comincio a sentire che ha il fiatone e fa sempre più fatica a muoversi, comincio il tour della casa: passiamo dalla cucina al salotto, andiamo nella camera per gli ospiti e nel bagno, poi un bel giro della mia camera da letto e torniamo in salotto. Non è molto grande come appartamento ma, ripetuto un paio di volte risulta essere faticoso per chi non è abituato o allenato. Prima o poi riuscirò a farla allenare così tanto che potrà passare tutto il giorno a quattro zampe senza alcuna fatica.

Quando finalmente per lei decido che può bastare, torniamo al divano e al suo cuscino. La faccio accucciare e, docilmente, lei si accovaccia in una posa buffa e poco comoda a mio avviso ma, dato che a me non cambia molto, poco importa. Le sgancio il collare, mi accomodo sul divano e accendo la televisione.

“Se hai sete, bevi pure. L’acqua è lì per te, ti aspetterà tutta sera senza difficoltà. Più tardi ti darò qualcosa da mangiare.”

Mi concentro sul programma che danno in televisione e mi dimentico della bellissima ragazza ai miei piedi a mia disposizione. Ogni tanto le lascio una carezza sul capo o dove capita e la sento fremere al mio tocco. Si spinge verso la mia mano in cerca del massimo contatto possibile con me. In questo momento è terribilmente eccitante, così sottomessa ai miei piedi, pronta a ubbidire a ogni mio comando, degradata al massimo per il solo scopo del mio piacere.

Sento i pantaloni sempre più stretti sul cavallo e mi lascio sfuggire un gemito. Allunga il capo, con quelle orecchiette così carine e coccolose e lo poggia sulle mie gambe, in cerca di maggior affetto immagino. È un gesto così tipicamente canino che mi eccito ancor di più.

Quando comincia a muovere la testa strofinandosi contro il mio pacco, capisco il suo scopo e mi scappa un sorriso. A questo punto è un peccato non usufruire di questa tacita richiesta, così lo libero da ogni ingombro e lo lascio alle sue cure: dopo questo tempo sa come portarmi al massimo del piacere così la lascio fare. Stuzzica tutti i punti giusti per farmi arrivare all’apice in poco tempo, succhia, lecca, si muove esperta intorno al mio cazzo finché non le dico quelle parole che odia profondamente.

“Dedicati anche alle palle ora.”

Mi lascia uno sguardo supplichevole, come a chiedermi di evitarle questa ulteriore umiliazione ma sono intransigente: vederla così piegata a me è così bello che non mi lascerò mai scappare un’occasione.

“Vuoi rifiutarti? Basta dirlo, poi ci penserà la mia mano a riportarti all’ordine, non so quanto possa essere piacevole una sculacciata con quei segni ancora. Se ti vuoi fermare, sai cosa devi dire ma non lo farai, lo sai benissimo: ti piace troppo questa situazione, essere spinta al limite in questo modo e poi sei troppo curiosa di sapere che cosa ti aspetta dopo.”

A queste parole le scappa un gemito di piacere e si china a leccarmi e succhiarmi le palle, una per volta per poi tornare al cazzo. Stuzzica continuamente, lasciandoselo scivolare fino in gola portandomi al culmine. Mi lascio andare nella sua calda boccuccia perfetta finchè non può ripulirmi dolcemente.

Con ancora il fiatone, le faccio i miei complimenti accarezzandole la nuca, è stata davvero fantastica ma non serve che lo sappia.

“Non male cagna, la prossima volta farai di meglio dai. Ora resta a cuccia, vado a prendere qualcosa da mangiare.”

Torna accucciata e me ne vado in cucina. Prendo un po’ di avanzi del pranzo e me li metto nel piatto, poi riempio anche la sua ciotola. La lascio friggere un po’ nel suo brodo e aspetto, finchè non sento che sta bevendo. A quel punto entro, sistemo la sua ciotola a fianco dell’altra e mi sistemo sul divano. Mangio tranquillamente e vedo che anche lei sta facendo lo stesso, direttamente con la bocca come se fosse una vera cagnolina ubbidiente. In questo momento la ammiro davvero tanto, è entrata così bene nella parte che non ha fatto una piega e non ha nemmeno provato a usare le mani: dopotutto non è legata o altro, poteva tranquillamente mangiare come preferiva. È così brava, così ubbidiente, è perfetta. Non sarebbero in molte nella sua posizione in grado di fare lo stesso con la stessa naturalezza.

La lascio mangiare tranquilla, lasciandole qualche carezza ogni tanto. Quando finisce tutto, prendo piatto e ciotola e riporto tutto in cucina. La sento bere ancora e sorrido, chissà come reagirà dopo…

 

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