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venerdì 5 febbraio 2021 di
Schiava Paola

Quello che non ti aspetti (Parte 2)

 

 

“È il momento del film, sei pronta?”

“Si Signore, sono pronta a ogni suo desiderio.” E queste parole mi vengono davvero dal cuore, non ci sono parole più vere di queste. Sono davvero disposta a tutto per lui, perché so che non mi mancherà mai di rispetto e non andrà mai oltre i miei limiti. La mia fiducia in lui è totale.

“Rendiamo le cose un po’ più interessanti però. Tu comincia ad andare di là a pulirti la faccia che sei lercia, proprio come una cagna. ” E sorride soddisfatto. Direi che ha raggiunto il suo obiettivo a pieno. “Non provare a toccarti o a trovare sollievo in qualunque modo, ho altri piani per le serata cara.”

E io non vedo l’ora di scoprirli tutti.

Ci metto un attimo a pulirmi e poi sono di ritorno. Lo trovo in sala, comodamente seduto sul divano.

“Vieni qui, gambe aperte e dammi i polsi.”

Mi libera in fretta i polsi e me li rilega ancora ma stretti dietro la schiena. Provo a muoverli ma non riesco ad allontanarli di un centimetro. Poi prende una benda e mi priva della vista.

“Ora rimettiamo la ball-gag.” Apro la bocca ubbidiente e quella scomoda palla torna tra le mie labbra. La odio sinceramente e profondamente ma a lui piace così tanto che ormai ci ho fatto l’abitudine.

Ball gag mouth

“Ora abbassiamo queste graziose mutandine, forza aiutami. Bene, ora apri bene le gambe e piegati a 90°.”

Ecco, qui ho qualche problema. La posizione non è mai molto congeniale se non si è appoggiati su qualcosa, ma con i tacchi ai piedi e le mani immobilizzate dietro la schiena, è praticamente impossibile riuscire a restare dritti. Comincio ad abbassarmi gradualmente e lui mi prende e tiene ferma in vita. Ecco, così è tutto molto più gestibile. La posizione però è imbarazzante, sono completamente esposta alla sua vista. Mi ha vista nuda decine di volte ma a questa poca distanza è sempre tutto molto intimo e imbarazzante.

Sento le sue dita stimolarmi dolcemente il clitoride e, appena comincio a sentire montare l’orgasmo, viene colpito da un lampo di dolore. Odio la sua cavolo di fissazione per le mollette al clitoride, fanno un male cane.

Ma stimolano così bene che sono irresistibili…

Mentre mi sto ancora riprendendo e abituando al dolore, sento qualcosa spingere per infilarsi dentro di me. Lo accolgo bene, è molto più piccolo rispetto ai plug che mi ha abituata a prendere, direi che non è più spesso di un dito. Non mi da molto fastidio, sento solo la sua presenza freddina dove non dovrebbe starci nulla. Poi sento quei piccoli malefici dentini aggrapparsi alle mie labbra vaginali e tirare. Mi ripeto: odio la sua fissazione per le mollette…

Mentre lo penso, mi rendo conto che sono messe in modo diverso: una mollettina intrappola sia le grandi che le piccole labbra, intensificando ancor più la sensazione. Poi è il turno della vagina: introduce qualcosa dalla forma inconfondibile ma sembra gelido, quasi fosse ghiaccio. Il freddo si propaga in tutto il mio corpo e lui mi solleva, fino a tornare eretta. Mi libera i polsi e mi fa tornare a gattoni a gambe larghe. Lo sento traffica un po’ tra le mie gambe ma non tocca mai il mio corpo. Mi agita un pochino questo fatto. Poi sento le sue parole così dure.

“Ora ferma, non voglio sentire un singolo movimento nonostante tutto quello che accadrà ora. Sono stato chiaro?”

Sto per annuire quando mi rendo conto che non è quello che vorrebbe, così resto ferma, in attesa di qualcosa che arriverà improvvisa.

Sento che sta partendo il film e lo sento accomodarsi sul divano. Poi arriva il momento: solleva i piedi e mi usa esattamente come avrebbe usato quel bellissimo tavolino che abbiamo trovato. Sento il peso sulla schiena, sento il loro calore. L’insieme è terribilmente umiliante, mi sento alla stregua di un oggetto. Sta esaudendo la mia richiesta ma non pensavo sarebbe stato così. La consapevolezza che è tutto nato da un mio desiderio, rende tutto più difficile. Che cosa ho che non va per aver desiderato una cosa del genere? Perché il mio corpo reagisce così positivamente a queste sensazioni? Perché mi sto eccitando in questo modo assurdo? Mi sta usando, mi sta letteralmente usando e ignorando e io sono sempre più bagnata, che cosa mi sta succedendo?

Mi sembra di impazzire, quasi come se mi stesse venendo un attacco di panico e la ball-gag non aiuta per nulla in questo momento. Non riesco a incamerare abbastanza aria nel mio corpo e la sensazione della saliva che scorre sul mio viso per andarsi a raccogliere in una pozza sotto di me, non mi rilassa affatto.

Il tempo passa e i suoi piedi diventano sempre più pesanti, le mollette sempre più dolorose, il plug sottile sempre più presente. E i miei pensieri cominciano a diminuire, lasciandomi concentrare sul resto del mio corpo e sulle sue sensazioni.

“Che strano questo film, sembra quasi che la protagonista abbia un attacco di panico...”

Ma di cosa sta parlando? Ho visto quel film decine di volte e di attacchi di panico nemmeno l’omb… Dio che stupida che sono, come ho fatto a non pensarci… Se non fosse per la pallina nella mia bocca, starei sorridendo.

“Uff, ora però ho bisogno di sgranchirmi un po’ le gambe.”

Sento che la mia schiena si alleggerisce e, pochi secondi dopo, vengo invasa da sensazioni discordanti: la molletta sulla clitoride viene aperta e il plug diventa più grande. Il dolore si propaga e l’eccitazione fastidiosa con lui. Poi la molletta sulle labbra sinistre con un nuovo espandersi del plug, poi quella a destra e ancora il plug più grande. Dolore, fastidio e piacere si miscelano e io vado in confusione. In più, nonostante il morbido tappeto, le mie ginocchia, già provate dai ceci, stanno decisamente diventando terribilmente doloranti. Il mio corpo sta dando i numeri.

Non riesco a capire come il plug possa diventare più grande o come le mollette possano fare così male o come il dildo sia diventato sempre più freddo e sempre più piccolo, non lo sento quasi più se non fosse per il freddo dilagante. Insieme al mio corpo, anche il mio cervello sta cominciando a dare i numeri.

Ora sento qualcosa passare dolcemente lungo le labbra, sul clitoride, sull’ano dilatato. Qualcosa di fresco, di rilassante, lo passa anche sulle labbra, rinfrescandole e togliendo la saliva che si era accumulata. Faccio uno sforzo per restare ferma quando comincia a bruciare terribilmente. Sto letteralmente andando a fuoco. Sento la vagina pulsare, l’ano che si contrae ritmicamente, le labbra che sembra abbiano lo stesso effetto di una pasta con troppo peperoncino.

Allora capisco e gemo, terrorizzata, quando comincia a pulsare anche l’interno della vagina e i seni appesantiti improvvisamente vengono presi a schiaffi.

“Come immagino avrai capito, ho aromatizzato il panno che ti ho passato nei punti più sensibili con del peperoncino, come anche la parte più interna del dildo di ghiaccio. Hai dei pesi sul seno e un plug gonfiabile nel culo. Ogni 5 schiaffi al seno, dilaterò il plug e continueremo finché tu non verrai. Sono stato chiaro?”

In risposta ottiene solo dei gemiti confusi esattamente come me: chissà se riuscirò veramente a venire, ho così tante sensazioni nel mio corpo che anche lui è in confusione.

I colpi arrivano veloci, uno in fila all’altro. Non mi lascia il tempo di metabolizzare il colpo che arriva già quello successivo. Il peso attaccato dondola e aumenta il dolore al seno. Finiti i cinque colpi al sinistro, sento il plug dilatarsi ancora e aderire meglio dentro di me. Il peperoncino continua a lanciare le sue vampate di fuoco in tutto il mio corpo. Ora attacca al destro e i colpi sembrano ancora più forti, più rumorosi. Il peso ondeggia e un nuovo colpo arriva. Poi il plug, di nuovo. Ormai sta diventando davvero enorme, comincia a essere fastidioso. I colpi riprendono e io mi avvicino all’orgasmo, poi il plug, ormai enorme, poi i colpi, forti, dolorosi, a mano piena. Il seno dondola, è dolorante, non ce la faccio più ma non è abbastanza. Il plug si ingrandisce di nuovo, ormai è al limite del dolore la sua grandezza. Poi il dolore arriva anche al clitoride, lo sento arrivare al piano di sotto dal peso, dalla dilaniazione, poi il plug diventa ancora più grande, sempre di più, sembra un palazzo intero, e io vengo.

Un orgasmo devastante e meraviglioso, da cui mi riprendo nella doccia, sotto il dolce getto e le mani amorevoli del mio Padrone che tolgono ogni traccia di dolore e del malefico peperoncino. Poi mi accingo a soddisfare con la mia bocca il mio uomo, sotto l’acqua che si infrange sui nostri corpi.

 

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